Non è la prima volta che Area Onlus, associazione impegnata dal 1982 con i bambini disabili e le loro famiglie sull’inclusione e sulla diffusione di una corretta cultura della disabilità, ci contatta per lavorare su albi del nostro catalogo. Due anni fa al Salone del libro di Torino è stato proposto “È non è” di Marco Berrettoni Carrara e Chiara Carrer. Un testo che avvicina al tema dell’autismo in modo delicato e non invadente con illustrazioni che ci portano nell’intimità del vissuto descritto. Da qualche tempo l’Associazione ha, infatti, il libro come riferimento per il suo lavoro sull’inclusione. E da un bel po’ Elena Corniglia, impegnata , puntava a un altro titolo, “Orecchie di farfalla”di Luisa Aguilar e André Neves, per il suo messaggio fortemente rappresentativo delle possibilità di punti di vista differenti sulle diversità. L’occasione si è presentata con La Settimana del Libro Accessibile . “Orecchie di farfalla” è stato al centro di un grande lavoro. Un laboratorio in cui l’albo è stato reso “accessibile”, proponendolo in diversi codici linguistici. Unire la passione per i bei libri con la realizzazione pratica del proprio impegno sui bisogni speciali è un’idea al cuore della Onlus che per la prima volta è riuscita a sperimentare in questa forma, giocando su un unico libro.
Elena Corniglia ha scritto un resoconto di questa attività e riflessioni su quello che è stato un impegno che ha suscitato grande coinvolgimento, confermando, tra le altre cose, i tanti modi possibili e necessari di intendere l’inclusione e la vivibilità.
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Settimana del Libro Accessibile
Tra le iniziative progettate e proposte da Area sul tema della lettura accessibile quest’anno è nata anche la Settimana del Libro Accessibile: una settimana di incontri e laboratori per le classi e per gli insegnanti volta a promuovere la conoscenza dei libri accessibili, delle possibilità che nascondono, dei linguaggi che svelano e dei percorsi inclusivi che suggeriscono. Grazie al contributo della Fondazione Agnelli e della Compagnia di San Paolo la totalità delle iniziative è stata gratuita, facilitando così l’accesso da parte delle classi e degli operatori.
La settimana si è aperta con un convegno dal titolo BEST4BES, dedicato all’editoria accessibile come strumento di apprendimento, inclusione e crescita sociale, che ha coinvolto esperti di ambito pedagogico, editoriale e letterario come Andrea Canevaro, Della Passarelli, Silvana Sola, Caterina Ramonda e Andrea Mangiatordi. Nella settimana seguente, ogni giorno è stato dedicato a una tipologia diversa di libro accessibile, approfondita la mattina all’interno dei laboratori con le classi e alla sera all’interno degli incontri per adulti. Per farlo è stato utilissimo e stimolante fare rete con altre realtà e altri professionisti che si occupano a loro volta di accessibilità editoriale e che si sono resi disponibili a offrire la loro competenza per sensibilizzare e formare il pubblico. Proprio in occasione dei laboratori proposti alle classi durante questa settimana abbiamo deciso di lavorare su Orecchie di farfalla di Luisa Aguilar e André Neves.
I laboratori su Orecchie di farfalla
Orecchie di farfalla non è un albo di recentissima pubblicazione perché lo avete proposto nel 2008, se non sbaglio, ma è un libro che abbiamo sempre avuto ben presente in mente: uno di quei libri che leggi (e magari recensisci) e che poi ti ronzano in testa a lungo come a suggerire che ci potresti tirare fuori qualcosa di straordinario. Ecco perché quando abbiamo pensato di provare a fare di un unico libro la base per diverse versioni accessibili il nostro pensiero è subito andato al lavoro di Luisa Aguilar e André Neves. Lo abbiamo riguardato con calma, riscoperto ed esaminato e alla fine lo abbiamo scelto per diverse ragioni. Non solo perché è appunto un libro bellissimo, sorprendente e ammaliante ma anche e soprattutto perché sembrava calzare a pennello per il lavoro che avevamo in testa.
Si tratta di un libro che racconta la diversità, l’unicità, il pensiero positivo e la capacità di affrontare le difficoltà in maniera poetica ed essenziale: il tema del libro, quindi, ci veniva in qualche modo incontro a supporto del lavoro sull’inclusione e sulla valorizzazione delle differenze. Ci aiutava cioè, senza bisogno di tante spiegazioni e quasi silenziosamente, a focalizzare l’attenzione sulla questione della resilienza, che ci sta molto a cuore e sulla quale lavoriamo quotidianamente insieme alle famiglie che si rivolgono ad Area. Non solo: per la sua struttura, molto cadenzata e iterata, e per il suo testo molto intenso e concentrato, Orecchie di farfalla ci pareva (e ci pare a maggior ragione tutt’ora, a laboratori conclusi) particolarmente adatto a supportare una traduzione in codici diversi, peraltro condotta a piccoli gruppi e in un tempo limitato.
Ogni giorno abbiamo proposto infatti una lettura animata del libro, agevolata dalla proiezione delle meravigliose tavole dell’albo che Kalandraka ci ha gentilmente concesso in formato digitale, una presentazione delle diverse tipologie di libri accessibili con particolare attenzione a quella trattata nello specifico laboratorio, un’attività di scoperta e traduzione in un nuovo codice e un momento di confronto e restituzione finale.
In particolare, nella giornata dei libri tattili i bambini hanno realizzato una versione dell’albo con immagini a collage materico e con il testo (parzialmente) tradotto in Braille; nella giornata dei libri in comunicazione aumentativa e alternativa hanno dapprima scovato il significato dei diversi simboli messi a loro disposizione, con una sorta di caccia al tesoro tra i libri, e poi provato a ricomporre il testo ordinandoli sulla pagina; nella giornata dei libri ad alta leggibilità hanno ricreato delle immagini da associare al testo stampato con un font opendislexic e registrato il testo su cd in modo da poter unire al libro la versione audio; e infine nella giornata dei libri in Lingua Italiana dei Segni hanno imparato a raccontare la storia con le mani e, mettendo insieme i pezzetti di ogni gruppo, hanno dato vita a un video-racconto in LIS dell’intero albo. Alla fine della settimana abbiamo così potuto esporre e disporre di quattro versioni diverse e variamente accessibili del medesimo volume e altrettante possibilità di raccontare una storia meravigliosa, capaci di offrire a ciascuno la possibilità di scegliere quella a lui più congeniale.
Risposte e sollecitazioni
I laboratori sono stati straordinariamente ricchi di stimoli e sollecitazioni, anche per noi che li abbiamo condotti. Li avevamo progettati da molto tempo ma è stata la prima vera occasione per sperimentarli concretamente con le classi e soprattutto di vedere se e come lo stesso albo di partenza potesse prestarsi a un lavoro multisfaccettato su linguaggi e traduzioni diverse in termini di accessibilità. Abbiamo perciò seguito, rilevato e accolto con emozione e soddisfazione l’attenzione silenziosa manifestata durante la lettura in Lingua dei Segni e la sua riproduzione, l’impegno e la serietà profusi nel registrare la lettura ad alta voce, la puntigliosità con cui sono stati decifrati i diversi simboli e la cura con sui sono stati selezionati i materiali per le illustrazioni tattili.
È stato bello constatare, una volta di più, che proporre diverse modalità di accesso alla lettura significa rendere partecipi e protagonisti anche i bambini che di solito ne sono esclusi, significa attivare processi di sincera curiosità nei confronti di realtà che altrimenti appaiono distanti e persino intimorenti e significa suggerire possibilità di contatto e relazione che resterebbero altrimenti inesplorate.
In chiusura del laboratorio sulla traduzione in simboli una bambina ha detto “è stato strano, ma anche divertente”. Ecco, credo che qui si colga proprio nel segno: attività come queste e i libri accessibili cui si ispirano servono proprio e principalmente se riescono a suscitare un interesse verso un linguaggio che può apparire strambo, se aiutano a superare la diffidenza verso modi di comunicare insoliti e non convenzionali, se trasformano l’accostamento alla diversità in un percorso piacevole, stimolante e autenticamente arricchente.