C’era una volta una famiglia che aveva un figlio piccolissimo,
piccolo come un cece.
Proprio per questo l’avevano chiamato Cecino.
Cecino è un eroe dalle dimensioni molto, molto ridotte, che comincia la sua avventura allontanandosi da casa per aiutare i suoi genitori. Questa è la traduzione italiana della fiaba della tradizione orale castillana Garbancito, adattata da Olalla González e illustrata da Marc Taeger. Il nostro piccolo protagonista affronta le sue peripezie all’interno di un albo ragionato dall’inizio alla fine: la forma, quadrata, che dà un senso di solidità al bambino; la copertina rigida, per affrontare l’entusiasmo delle piccole manine dei lettori; i disegni sulla copertina (prima e quarta di copertina), immagini apparentemente separate che invece vengono tenute insieme da una nuvoletta celeste, che valica la fisicità del dorso del libro…
i risguardi, che mostrano la tecnica con la quale sono state create le illustrazioni; la storia, una fiaba riscoperta della tradizione orale, che permette di mantenere vivo il nostro patrimonio culturale, anche attraverso il tramandare questi racconti; le illustrazioni, dai colori vivaci che risaltano sulla pagina bianca e che ci accompagnano in una lettura parallela della fiaba; e il testo, graficamente adeguato alle parti narrative e a quelle cantate, all’aumentare del tono di voce nella comunicazione con il commerciante o nella ricerca dei genitori.
Dopo aver descritto il “contenitore” di Cecino, adesso addentriamoci nella sua “storia”, nel suo “contenuto”, poiché se scaviamo sotto la superficie ben presto ci imbattiamo nelle sue radici mitologiche e nei suoi riferimenti a rituali che ormai hanno perso il loro carattere temibile e sacro. Cecino condivide alcuni dei suoi motivi interni con altre fiabe della tradizione orale, che sono state raccolte, studiate e classificate proprio sulla base delle loro caratteristiche da Antti Aarne, Stith Thompson e successivamente da Hans-Jörg Uther. Secondo questa classificazione la nostra fiaba può essere ricollegata al tipo ATU 700 (Thumbling), cioè sotto il tipo “Pollicino”. Sotto questa voce vengono elencate molte fiabe, da tutto il mondo, ma in particolar modo dall’Europa. Le più famose sono senza dubbio la fiaba tedesca di Pollicino dei fratelli Grimm, quelle italiane, Cecino di Giuseppe Pitrè e Cecino e il bue di Italo Calvino, entrambe raccolte a Firenze, quella russa di Mignolino riportata da Afanas’ev e quella inglese di Tom Thumb, ambientata al tempo di re Artù e mago Merlino.
La maggior parte di queste fiabe condivide anche le stesse radici mitologiche e riferimenti rituali. Infatti, gli elementi che maggiormente ricorrono sono quelli che riconducono alle leggende della costellazione dell’Orsa Maggiore (o Grande Carro), cioè il carro trainato da buoi o cavalli condotto da un piccolo bovaro o ladro (identificato nella stella Alcor o nella stella η), generalmente posizionato nell’orecchio o nella criniera dell’animale, come si può leggere nella monografia di Gaston Paris, Le Petit Poucet et la Grande Ourse, e nell’articolo di Carlo Volpati, Nomi romanzi delle Orse, Boote, Cigno e altre costellazioni.
Inoltre, il nostro piccolo protagonista ha molte caratteristiche in comune con Hermes bambino degli Inni omerici della tradizione greca, e cioè la nascita soprannaturale, il furto dei buoi di Apollo e il mestiere umile di guardiano dei buoi del fratello. Alla sfera rituale rimanda invece la catena dei “mangiamenti”, che potrebbe essere letta come il ribaltamento in chiave semi-comica del rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta presente nelle culture tribali e descritto da Propp nel suo Le radici storiche dei racconti di magia.
Ma il nostro Cecino, a differenza di Pollicino o del piccolo Hermes, non mostra nessuna propensione al furto e non rischia di essere venduto o rapito. Tali omissioni non sono state operate dall’adattatrice per edulcorare la vicenda, ma sono proprie di questa fiaba della tradizione orale castillana, poiché se la confrontiamo con altre varianti catalane, come Patufet, Tifolet e El gra de mill, si possono notare le stesse mancanze. Tenendo presente la non staticità dei racconti di tradizione orale, si può forse ipotizzare che nel corso della loro trasmissione si sia operata questa “ripulitura” di ciò che è stato considerato dalla società come sbagliato, e quindi da non prendere a esempio. Nel primo caso, all’interno delle varie fiabe vi è una legittimazione del furto se intrapreso a beneficio dei propri genitori, nel secondo probabilmente l’omissione avviene al fine di tranquillizzare il piccolo ascoltatore o lettore di fronte alla possibilità di un rapimento o alla decisione dei genitori di venderlo.
Al di là di queste differenze e della mancanza dei riferimenti alle leggende sulla costellazione dell’Orsa Maggiore, nella fiaba di Cecino rimane nondimeno presente il tratto tipico del racconto orale, manifesto nei ritornelli e nelle formule ripetute, come la frase detta dal piccolo protagonista dall’interno della pancia del bue. Oltre a ciò, è ben visibile il legame con il racconto mitologico, cioè la nascita soprannaturale, e con il superamento del rito di passaggio: Cecino deve essere mangiato per venirne fuori vivo e illeso, anche se dovrà essere espulso da sotto la coda!
Così, dopo aver sbirciato dietro la storia di Cecino attraverso queste poche righe, non mi rimane che augurare a tutti buona lettura!
Benedetta Fiorelli
Benedetta Fiorelli si laurea in Archeologia presso l’Università di Pisa e attualmente è iscritta al Corso di perfezionamento in “Letteratura per l’infanzia, illustrazione, editoria: per una pedagogia della lettura” presso l’Università degli Studi di Padova.
È stata tirocinante presso la casa editrice Kalandraka Italia con un progetto di studio sulla fiaba di tradizione orale Garbancito/Cecino, che ha portato alla stesura della tesi “Il giro del mondo in 43 “Pollicini” + 1, Garbancito”, valida come elaborato finale per il Corso di perfezionamento tenuto dall’ateneo padovano.
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”. |
Pingback: Cecino - Gallinevolanti.com