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Le combinazioni infinite di un puzzle nato dal “ricicla-riusa”

Sul numero di aprile 2017 del mensile di letteratura e illustrazione per l’infanzia, Andersen, Elisabetta Civard dedica una recensione alla nostra novità “Il puzzle infinito”, dell’autore argentino Diego Bianki.

La rassegna: Non è una scatola

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Finalmente pubblicato anche in Italia per i tipi della Kalandraka, questo albo era apparso nel 2oo6 negli Stati Uniti, dove aveva raccolto numerosi consensi: era stato inserito nella lista dei 1oo libri consigliati daìla Biblioteca di New York, selezionato tra i migliori albi dell’anno dalla prestigiosa ALA (associazione dei bibliotecari statunitensi)e aveva vinto iÌ premio intitolato al Dr. Seuss (TheodorSeuss Geisel Award).

Copertina e risvolti in carta marrone richiamano colore e aspetto di una scatola vera, anticipando così la narrazione, che si sviluppa in forma dialogica. Il testo propone un contrappunto a due voci, a simulare un adulto senza immaginazione che chiede: “Perché ti sei seduto in una scatola?” e un piccolo coniglio che risponde con la stessa frase del titolo: “Non è una scatoIa”. Non è una scatola infatti quella che il protagonista ha accanto. Ma l’oggetto da cui traggono origine gli immaginari giochi infantili che la storia narra – non con le parole ma col disegno. Una linea di contorno nera, semplicissima, tratteggia coniglio e scatola. Mentre al girar di pagina una linea rossa visualizza quanto il piccolo si figura: un’automobile, un robot, una nave dei pirati… Non una scatola, per l’appunto. La forma dialogica del testo è sottolineata dal colore delle pagine (marrone chiaro quelle dove compaiono le domande, rosse quelle delle risposte) sul quale spiccano i caratteri bianchi delle parole, in un alternarsi di pochi, studiati colori, a sottolineare il ritmo semplice ma essenziale del libro. Le illustrazioni dal tratto netto molto devono al disegno di Crockett e Johnson in Harold e la matita viola (Einaudi ragazzi, 2ooo), mentre danno corpo ai voli della fantasia che il protagonista, silenziosamente, realizza, in un crescendo di intensità, fino a concludersi con l’affermazione che si tratta di una “nonscatola”, a citazione della famosa negazione in Alice nel paese delle meraviglie, quella del “non-compleanno”. Tutto è, tranne una scatola. Approviamo la decisione di tradurre il libro, ma ci resta il desiderio di vedere tradotti anche altri, importanti titoli di Antoinette Portis, in particolare l’ultimo,  “A penguin story” (2009), che i francesi (sempre attenti) già hanno pubblicato.

Angela Dal Gobbo (Liber gennaio-marzo 2012)

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La rassegna: Non è una scatola

La rassegna: Non è una scatola

Marco Mondino si occupa dell’albo “Non è una scatola”, di Antoinette Portis nella puntata del 17 febbraio di Assaggi Letterari, rubrica televisiva dedicata al mondo del libro e dell’editoria. Va in onda ogni venerdì all’interno del tg Hercole Tv News.

La rassegna: Non è una scatola

Libri ricevuti – Antoinette Portis, “Non è una scatola”, Kalandraka, Firenze, 2011.

Primo albo per bambini (da 3 anni in su) di Antoinette Portis, direttrice creativa della compagnia Disney Consumer Products, “Non è una scatola” gioca con i confini tra realtà e fantasia, tra definizione e immaginazione. 

Una scatola è una scatola, suggerisce il libretto: qualcosa di ben definito nella testa di chi pronuncia questa parola e di chi vede un oggetto che risponde al nome; ma lo sguardo e il corpo di un bambino può trasformarla in quel che vuole: un monte, un robot, una mongolfiera, una nave, una “non-scatola”, insomma. 

Così il coniglietto che s’aggira nelle pagine del libro, interrogato da una specie di voce fuori campo, dice ripetutamente “no”: “Perché ti sei seduto su una scatola di cartone?” gli si chiede; “Non è una scatola di cartone”, risponde il coniglietto, e lo vediamo sfilare al volante di una bella automobile rifatta sul profilo della scatola; “Perché schizzi l’acqua verso quella scatola?”; e subito dopo ecco il coniglietto vestito di tutto punto da pompiere, e intento a salvare dalle fiamme un palazzone di quattro piani (la sua “non-scatola”).

Un albo utile a sperimentare le somiglianze e il concetto di spazio attraverso il corpo e l’immaginazione; e pure a ricordare a piccoli e grandi che si può giocare con gli oggetti più semplici, umili. Anche l’aspetto fisico del volume dà questa indicazione: colore e materiale mimano infatti una scatola di cartone. Accanto al nome dell’autrice, in copertina, scopriamo il peso netto del libro (250 gr) e nella quarta leggiamo la scritta “Non capovolgere”: un grazioso gioco di sovrapposizione tra oggetti, e pure una provocazione, quest’ultima, rivolta a bambini, insegnanti ed educatori disposti a vedere quel che succede, se per esempio si provasse a capovolgere un oggetto che è insieme “libro” e “scatola”, “non-libro” e “non-scatola”.Image